Peterlee Project ha avuto una gestazione lunghissima nel tempo, infatti dopo una prima fase iniziata nel 1976, è stato portato a compimento e ulteriormente ampliato lo scorso anno. Il progetto dell’artista Stuart Briesley ha coinvolto l’intera comunità di una città di nuova fondazione del Nord Est dell’Inghilterra. E’ una delle opere partecipate più ambiziose ad oggi, e sicuramente la prima ad essere stata realizzata su questa scala.
Soprattutto ci interessa la struttura che ha reso possible l’operazione: negli anni Settanta in Inghilterra era stata sperimentata una forma di collaborazione tra dipartimenti comunali e artisti con il fine di inserire le pratiche artistiche all’interno delle politiche di welfare.
Soprattutto ci interessa la struttura che ha reso possible l’operazione: negli anni Settanta in Inghilterra era stata sperimentata una forma di collaborazione tra dipartimenti comunali e artisti con il fine di inserire le pratiche artistiche all’interno delle politiche di welfare.
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STUART BRISLEY + UNIVERSITY OF SUNDERLAND + TIM BRENNAN
PETERLEE PROJECT
PETERLEE 1976 - 2004
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Nel 1976 Stuart Brisley fu invitato come artista in residenza della nuova città di Peterlee, e iniziò a lavorare a quello che è stato uno delle prime opere partecipate di arte contemporanea a coinvolgere l’ampio pubblico. Dopo 28 anni il progetto è stato riattivato e proseguirà attraverso la collaborazione tra l’artista, la cittadina e l’Università di Sunderland.
Negli anni Settanta in Inghilterra, in seguito ad una proposta dell’Artist Placement Group, network di artisti di cui Brisely faceva parte, le amministrazioni e gli uffici municipali e comunali convertirono la legge che prevede di impiegare una percentuale del budget per la costruzione di un edificio pubblico ad un’opera d’arte, scegliendo di usare la stessa cifra per valersi della presenza di un artista all’interno della propria struttura, per una durata di un anno, con l’obiettivo di sviluppare insieme una serie di programmi culturali che avessero migliore ricaduta sul territorio e sul tessuto di relazioni tra persone. In questo caso quindi, il Comune di Peterlee stipulava con l’artista un contratto regolare, al termine del quale sarebbe stato consegnato un progetto.
La nuova città di Peterlee era stata costruita in risposta all’emergenza abitativa che aveva seguito la Seconda Guerra Mondiale in Inghilterra, e la chiusura di alcune miniere della zona e il conseguente abbandono dei limitrofi villaggi dei minatori. Peterlee venne pensata come un gioiello dell’architettura modernista e vi lavorarono infatti alcuni degli architetti e scultori più importanti del periodo.
Nell’affrontare un progetto in una città di nuova fondazione, Stuart Brisley fu attratto dalle implicazioni che potevano emergere nel creare un archivio di Peterlee costruito attraverso le memorie dei suoi abitanti. L’intera città venne coinvolta e furono intervistate migliaia di cittadini. Di fatto, l’archivio di Peterlee racconta dei villaggi abbandonati da cui i nuovi residenti di Peterlee provenivano, e cucendo le diverse storie, contribuiva a creare una identità di luogo condivisa.
Fotografie, registrazioni audio, oggetti personali vennero raccolti e andarono a costituire una collezione che non ha precedenti e pari sulla cultura del Nord-Est dell’Inghilterra.
Purtroppo per un disaccordo tra l’Easington District Council e Stuart Brisley, il progetto non fu portato a compimento: l’archivio non trovò una sua sede pubblica e giacque dimenticato per anni in un ufficio municipale, invisibile e inutilizzato.
Ora Stuart Brisley, in collaborazione con l’Università di Sunderland’s e l’artista Tim Brennan hanno ripreso in mano il Peterlee Project. La prima fase della sua riattivazione consiste nella esposizione al pubblico dei materiali raccolti nell’archivio. Seguiranno una serie di incontri e conferenze tenuti da Stuart Brisley, da storici locali, da rappresentanti nell’Unione Nazionale Minatori e Donne Contro la Chiusura delle Miniere. Queste discussioni pubbliche e le ricerche condotte parallelamente alla presentazione del materiale d’archivio culmineranno nella presentazione di Peterlee Project, Una Proposta per il Futuro, che prevede una nuova serie di interviste agli abitanti di quella città che ora ha certamente una diversa identità.
Stuart Brisley è fino dagli anni Sessanta uno degli artisti più importanti nell’ambito della performance.
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STUART BRISLEY + UNIVERSITY OF SUNDERLAND + TIM BRENNAN
PETERLEE PROJECT
PETERLEE 1976 - 2004
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Nel 1976 Stuart Brisley fu invitato come artista in residenza della nuova città di Peterlee, e iniziò a lavorare a quello che è stato uno delle prime opere partecipate di arte contemporanea a coinvolgere l’ampio pubblico. Dopo 28 anni il progetto è stato riattivato e proseguirà attraverso la collaborazione tra l’artista, la cittadina e l’Università di Sunderland.
Negli anni Settanta in Inghilterra, in seguito ad una proposta dell’Artist Placement Group, network di artisti di cui Brisely faceva parte, le amministrazioni e gli uffici municipali e comunali convertirono la legge che prevede di impiegare una percentuale del budget per la costruzione di un edificio pubblico ad un’opera d’arte, scegliendo di usare la stessa cifra per valersi della presenza di un artista all’interno della propria struttura, per una durata di un anno, con l’obiettivo di sviluppare insieme una serie di programmi culturali che avessero migliore ricaduta sul territorio e sul tessuto di relazioni tra persone. In questo caso quindi, il Comune di Peterlee stipulava con l’artista un contratto regolare, al termine del quale sarebbe stato consegnato un progetto.
La nuova città di Peterlee era stata costruita in risposta all’emergenza abitativa che aveva seguito la Seconda Guerra Mondiale in Inghilterra, e la chiusura di alcune miniere della zona e il conseguente abbandono dei limitrofi villaggi dei minatori. Peterlee venne pensata come un gioiello dell’architettura modernista e vi lavorarono infatti alcuni degli architetti e scultori più importanti del periodo.
Nell’affrontare un progetto in una città di nuova fondazione, Stuart Brisley fu attratto dalle implicazioni che potevano emergere nel creare un archivio di Peterlee costruito attraverso le memorie dei suoi abitanti. L’intera città venne coinvolta e furono intervistate migliaia di cittadini. Di fatto, l’archivio di Peterlee racconta dei villaggi abbandonati da cui i nuovi residenti di Peterlee provenivano, e cucendo le diverse storie, contribuiva a creare una identità di luogo condivisa.
Fotografie, registrazioni audio, oggetti personali vennero raccolti e andarono a costituire una collezione che non ha precedenti e pari sulla cultura del Nord-Est dell’Inghilterra.
Purtroppo per un disaccordo tra l’Easington District Council e Stuart Brisley, il progetto non fu portato a compimento: l’archivio non trovò una sua sede pubblica e giacque dimenticato per anni in un ufficio municipale, invisibile e inutilizzato.
Ora Stuart Brisley, in collaborazione con l’Università di Sunderland’s e l’artista Tim Brennan hanno ripreso in mano il Peterlee Project. La prima fase della sua riattivazione consiste nella esposizione al pubblico dei materiali raccolti nell’archivio. Seguiranno una serie di incontri e conferenze tenuti da Stuart Brisley, da storici locali, da rappresentanti nell’Unione Nazionale Minatori e Donne Contro la Chiusura delle Miniere. Queste discussioni pubbliche e le ricerche condotte parallelamente alla presentazione del materiale d’archivio culmineranno nella presentazione di Peterlee Project, Una Proposta per il Futuro, che prevede una nuova serie di interviste agli abitanti di quella città che ora ha certamente una diversa identità.
Stuart Brisley è fino dagli anni Sessanta uno degli artisti più importanti nell’ambito della performance.
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